
La gentilezza è rivoluzionaria
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“Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile.”
Me lo disse un’infermiera, guardandomi negli occhi.
Ma stavolta non era un consiglio. Era una constatazione.
Mi disse:
“Ale, il tuo sorriso è la tua forza. Il tuo ‘non sembrare malata’ agli occhi della gente, quando dentro combatti la tua battaglia ogni giorno… è ammirevole.
La tua gentilezza con gli altri malati, con chi è in stanza con te, è la prova che stai trasformando la tua sofferenza in qualcosa di buono.”
Le risposi che questo, forse, l’avevo imparato dai miei genitori.
Durante gli infiniti ricoveri, quando ero piccola e fragile, a Brescia, in un ospedale in cui il mondo sembrava dividersi tra chi si voltava dall’altra parte e chi invece restava.
In quella Brescia ipocrita e borghese, c’erano mamme che rifiutavano che i loro figli fossero messi in stanza con bambini disabili gravi.
La mia mamma no. Lei accettava sempre.
E ripeteva una frase che era diventata il nostro scudo e il nostro mantra, tramandata dalla mia adorata nonna Rina:
“Ricordati sempre che c’è chi sta peggio di te.”
Me la sento ancora dentro come un macigno.
Me la sento addosso nei giorni in cui vorrei mollare tutto.
E forse è per questo che non mollo.
Perché la sua voce, in fondo, è diventata la mia.
In quel momento ho capito davvero cos’è la gentilezza.
Non è solo un gesto educato.
Non è un “per favore” o un “grazie” detto per abitudine.
È una rivoluzione silenziosa.
È scegliere, ogni giorno, anche quando hai dolore, anche quando sei stanca, di non chiuderti.
Di non restituire il mondo con la stessa durezza che ti ha ferita.
È pensare all’altro, anche quando avresti ogni motivo per pensare solo a te.
È un atto profondo di umanità.
Perché la gentilezza non fa rumore. Non fa tendenza. Non ti rende la più forte agli occhi degli altri.
Ma ti rende vera. Ti rende luminosa.
E soprattutto, ti rende libera.
Libera di essere fragile e potente allo stesso tempo.
A volte basta poco:
una parola detta con amore,un messaggio inatteso,un “ti ho pensata”,una collana incisa con la frase giusta,un bracciale che sussurra “non sei sola”.
A volte basta poco per cambiare il giorno a qualcuno.
A volte, quel poco, è tutto.
E allora lo scrivo anche qui, sul Diario di Viola’s Charme:
👉🏻 La gentilezza è rivoluzionaria.
Questo è il mio modo di resistere.
Anche quando vedo la cattiveria gratuita in chi si finge amico.
In chi sfodera sorrisi falsi solo per il proprio interesse.
Questo è il mio modo, fra le lacrime, di cercare di restare gentile.
Perché per fortuna, certi sorrisi — e certi grazie — sono ancora sinceri.
Alessandra.