Quella volta che una sedia mi ha cambiato la vita

Quella volta che una sedia mi ha cambiato la vita

Quella volta che una sedia mi ha cambiato la vita

Facciamo finta che voi non mi conoscete, che non siete mie amiche virtuali e neanche mie amiche in carne ed ossa.
Ricominciamo daccapo, come se questa fosse la prima volta che sentite parlare di me.
E come in ogni storia che si rispetti si inizia dalle presentazioni.
Mi chiamo Alessandra, non Viola.

 

Viola è la mia musa ispiratrice, la dispensatrice di grinta e di energia, la forza che mi ha fatto cambiare e rialzarmi tutte le volte che è servito.

Sono qui perchè il mio piano A un giorno si è sgretolato, e allora la vita mi ha messo davanti un piano B che a guardarlo bene è addirittura meglio di quello che c’era prima.
Il mio piano B è iniziato un giorno in cui mi si è rotta la sedia sotto al sedere (si, avete capito bene, si è rotta nel vero senso della parola), e da lì mi è stata diagnosticata una malattia rara degenerativa. Una di quelle che fai fatica a pronunciare, una di quelle che chi ti sente se l’appunta e poi la va a cercare su google.
Una malattia bastarda che avevo anche quando non lo sapevo, e nessuno si spiegava il perché di quella ragazzina così svogliata. Una malattia che ha scelto me, e se è vero che Il Signore manda il freddo secondo i panni, allora vuol dire che io questa malattia non la posso sconfiggere ma sicuramente le posso dare del filo da torcere. Perchè sono alta poco più di un metro e sessanta, ma ho i superpoteri che Wonder Woman mi pulisce casa.

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